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PART.1- LE GRIGLIE MENTALI E LA FINE DELL’ESOTERISMO: QUANDO CAMBIARE TUTTO E CAMBIARE TUTTI E’ POSSIBILE E NECESSARIO

PART.1- LE GRIGLIE MENTALI E LA FINE DELL’ESOTERISMO: QUANDO CAMBIARE TUTTO E CAMBIARE TUTTI E’ POSSIBILE E NECESSARIO

Un motivo in più per seguire il nuovo percorso di VIDEO LEZIONI completo sull’Ottava?

Ecco la prima parte del mio articolo inedito sunto dei miei studi sull’OTTAVA scritto affinchè , tutti coloro che vogliono, possano avere un’idea di ciò che molto più diffusamente e con molta più chiarezza troveranno nel nuovo “Video Corso sull’Ottava”

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“LE GRIGLIE MENTALI E LA FINE DELL’ESOTERISMO:
QUANDO CAMBIARE TUTTO E CAMBIARE TUTTI E’ POSSIBILE E NECESSARIO”
Giorni fa una mia amica mi faceva notare un articolo, proveniente dal mondo scientifico,
“Navigare tra i pensieri come nello spazio”.
Così esordiva, testualmente: «Proposto un modello del pensiero umano secondo cui la nostra mente organizza le caratteristiche delle
esperienze in dimensioni simili a quelle spaziali.
Questa nuova teoria è basata sulla scoperta che nei test di memoria viene attivata la corteccia entorinale, la stessa che permette di
orientarci nell’ambiente». E ancora: «Sulla rivista “Science”, una review firmata da ricercatori del Max-Planck-Institut per le scienze cognitive e le neuroscienze umane di Leipzig, in Germania, e del Kavli Institute for Systems Neuroscience di Trondheim, in
Norvegia, definisce un modello del nostro sistema di navigazione che ha un ruolo importante in molte facoltà cognitive, e spiega perché la nostra conoscenza sembra essere organizzata secondo una modalità spaziale».
In sintesi: «Nel cervello alcuni neuroni specializzati possono mappare l’ambiente costruendo una griglia esagonale che aiuta un
animale a localizzarsi nello spazio. Ma le esperienze possono distorcere la griglia per dare maggiori dettagli alle aree di interesse»
(cortesia Lucy Reading-Ikkanda, “Quanta Magazine”).
Un tipo di scoperta che sinceramente non mi lascia indifferente, soprattutto oggi, in un
momento in cui i miei studi, probabilmente, sono approdati a qualche tipo di risposta che presumo – lo ammetto: presumo – possa essere utile non solo a me, ma a tutti (e lasciatemelo dire, anche alla scienza).
In pratica, sembra che l’ufficialità – molto timidamente – stia entrando in un campo, quello mentale, dove i pensieri (e vorrei dire non solo quelli animali, chiaramente) sembrano creare o aggirarsi in “mappe “ o “griglie” dove la geometria assume un certo tipo di valenza.
Detto ciò, voi adesso mi dovrete scusare, oltre che armarvi di un minimo di pazienza, perché partendo da questo “suggerimento” vorrei
mettere a vostra disposizione la sintesi del mio percorso conoscitivo, affinchè in molti possano rendersi conto del divario esistente fra ciò che il mio mondo conosce e ciò che la scienza arriverà a conoscere fra molti decenni, credo.
Ma lo dico senza nessun tipo di alterigia, di sfida o senso di rivalsa verso nulla e nessuno.
Scrivo semplicemente ciò che seguirà perché un profondo senso di responsabilità vorrebbe fosse a disposizione di tutti ciò che credo di sapere utile.
Inoltre, e questo permettetemelo, quello che leggerete sarà trattato molto, ma molto più
diffusamente nel mio prossimo libro, autoprodotto come quello in uscita su Salvador Dalì,
che vedrà la luce questo autunno 2019, col titolo “Ottava e fisica emozionale”.
Bene, fatta questa premessa, chi mi conosce si dovrà armare (come sopra) di un minimo di pazienza,
che andrà riconosciuta anche a chi non mi conosce, affinché ciò che sto per descrivere possa
avere un minimo di chiarezza e coerenza.
Dovrò infatti incominciare… dall’inizio, quando “erano solo numeri”.
Tredici anni fa, per primo, codificai un rosone nella mia città, l’Aquila, fra l’indifferenza di tutti e il mio stesso stupore. Si trattava del rosone centrale di
Collemaggio. Allora, semplicemente, vidi al suo interno qualcosa di incredibile, un sistema
numerico riassumibile attraverso le sue 36 braccia e 72 parti binarie, tutte nascenti da otto petali.
Iniziava una vera e propria avventura verso quel sapere che mi avrebbe dato una
nuova vita. Ricordo perfettamente una sensazione estremamente intima nel momento in cui
capii come, utilizzando quelle informazioni, era possibile ottenere la Precessione degli
Equinozi (36 x 72) e non solo.
Quell’emozione sarebbe diventata fonte della mia continua ricerca. Non potevo sapere che
quei numeri mi stavano risvegliando – in quel caso, attraverso il dolore. Dolore a me
rinnovato da una persona che, a distanza di anni, anche oggi mi sta spingendo a scrivere,
capire e condividere. Ma questa è la vita, e quando qualcuno ci fa morire, perché in vita si
muore spesso, allora bisogna trovare il modo di rinascere (e questo è il mio).
Tornando a noi, la ricerca di quei numeri – che non sapevo essere presenti ovunque in tutto il mondo, in
mille modi a tutte le latitudini, da sempre e in qualsiasi testo sacro o misterico – era destinata a trovare rifugio in una serie illimitata di esempi o simboli.
Non sapevo ancora di
occuparmi dell’Ottava, e nulla sapevo del suo linguaggio simbolico. Io cercavo solo e assolutamente quei riferimenti, ovunque essi fossero.
E viaggiavo, viaggiavo nel tempo.
Trovavo nello Zodiaco di Dendera un magnifico rifugio.
Nei avrei parlato per migliaia di volte nei miei libri, come nei miei seminari, che mai
pensavo sarebbero stati seguiti. Ma era indubbio che, in questo caso, l’informazione
aquilana fosse stata anticipata di migliaia di anni da quello zodiaco egizio,
antropomorfizzandosi. Quei 12 esseri (con 24 braccia) abbracciano 72 corpi celesti,
esattamente come nel mio rosone. Soprattutto – e qui vorrei la vostra attenzione – manifestano dinamiche comportamentali diverse: il Fuori e il Dentro dell’informazione.
Tempo, spazio, movimento e materia sono appannaggio solo del Dentro e non del Fuori,
dove quei 12 esseri mantengono un certo tipo di immobilità ottuplice. Ma a colpirmi non era
tanto questo, quanto il fatto che all’esterno, fra gli esseri responsabili numericamente di
quella visione celeste (che tanto dovrebbe insegnare a chi si ostina a occuparsi di astrologia
in modo periferico e condominiale), si nascondesse un intervallo: un intervallo essenziale,
per capire la mia legge (concedetemi il “mia”). Infatti, le direzioni sottolineano dei
raggruppamenti sulle diagonali di 4 donne, sulla verticale di 4 Neter e sull’orizzontale di
altri 4 Neter. Nasceva per me il famoso intervallo d’Ottava di “tre volte quattro” (o tre quarti), meglio conosciuto come Settenario, se sommato nella sua composizione numerica.
Oggi, dopo anni, ho raggiunto la chiarezza di potervi dire che quell’intervallo è legge – in natura, come dentro di noi. Oggi posso dirvi con certezza che noi, esseri vibranti, parte integrante di un universo vibrante, siamo Settenario.
Quello stesso Settenario che si avvale di sette note o sette colori per fare il famoso salto d’ottava, nello specifico il Do successivo e il bianco per lo spettro solare. Non sapevo che da millenni, in tutti i mondi spirituali come
in quelli iniziatici, quello stesso salto veniva e viene provocato attraverso 7 virtù o 7 Chakra
(ma questo è relativo). L’importante adesso è che voi capiate che dire “tre volte quattro” – o
quattro stagioni di tre mesi – equivale a dire, numericamente, Rosone o Dendera o
Settenario.
E vi prego, risparmiatemi tutti gli shock addizionali del caso, esistenti all’interno
di questa dinamica. E credetemi se vi dico che, anche in questo, il mondo cattolico sa
immensamente più di quanto io abbia mai potuto leggere in merito. Mondo cattolico che
stimo e studio con molta attenzione, cercando di distinguere il messaggio dai suoi portatori,
non sempre consoni.
Grandissimo stupore provavo poi nel rintracciare i miei numeri, sempre quelli, nella Lista Reale Sumerica.
Stupore dettato dal fatto che questa volta
apparivano in un contesto estremamente più antico dello zodiaco egizio.
Otto Re in 5 città regnavano per 241200 anni. Di nuovo, i 12 esseri con le loro 24 braccia: e
questa volta diventavano anni. Tanti anni: per gli esperti, decisamente troppi per essere presi sul serio.
Perché tutte le civiltà della Terra sarebbero “nate” all’interno di pacchetti di tempo
enormi? Eppure, quegli stessi anni mesopotamici erano e sono figli di una meccanica
numerica che doveva far pensare, me per primo. Infatti, prima di ricomparire sotto il profilo decimale in Egitto millenni dopo, in Mesopotamia la stessa Lista veniva riassunta da 66 Sars e 6 Ners (Sar = 3600 anni; Ner = 600 anni); così almeno adesso sapete cos’è il 666.
Soprattutto, quella civiltà aveva scelto un computo sessagesimale, per essere a sua volta
evinto, sia a livello temporale che spaziale, dalla 216millesima parte di 12 milioni e 960.000
anni, pari appunto a 60 anni. Ma non è questo il punto, quanto il fatto che allora non sapevo
cosa si celasse dietro quel “216” e tantomeno dietro… al Tempo.
Poi, pochi anni fa, una telefonata amica mi informava che forse avrei fatto bene ad
occuparmi delle Anatomie Sottili orientali, soprattutto di quella presente nell’Agopuntura.
Lo feci. E improvvisamente il rosone divenne Agopuntura: 8 “meridiani curiosi” sono la matrice dei 12 organi principali come dei 12 meridiani secondari, a cui si aggiungono i 48
terminali. Su tutto si interagisce attraverso 360 agopunti. Io sommavo organi e meridiani e ottenevo 72 unità, che con i 360 agopunti andavano a costituire la matrice numerica di
Collemaggio o Dendera o della stessa Lista sumera.
Ma questa volta vi era una grandissima
novità: scoprii che meridiani e organi rappresentano quell’anatomia sottile dalla quale sia il
nostro corpo, come tutto il creato, prende forma. Soprattutto, nel mondo cinese si
interagisce su di essi pensando che ospitino le nostre emozioni – che, se negative, possono
sfociare in malattie.
Cominciavo a rendermi conto che sulla Terra esisteva un medicina che presupponeva una realtà posta alla base di queata nostra realtà, simile a quella presente
all’esterno del cerchio di Dendera.
Oggi direi che di medicine multidimensionali sulla Terrace ne sono moltissime, da millenni.
Procedendo, mi occupavo dei simbolismi orientali. E scoprivo che tutto è collegato all’Ottagono, o all’Ottava – a questa legge che scoprivo ovunque, come nel Pak Ua. Oltre ad essere matrice del Feng Shui lo è dello Scintoismo come dell’I-Ching. E cosa scoprivo, dell’I-Ching, che avrebbe il compito di leggere il futuro? Si avvale di 8 trigrammi, quel “tre volte otto” presente nel labirinto di Collemaggio. Soprattutto, quei trigrammi sono composti da 12 linee unite e 24 spezzate, quindi 36 unità. Ma siccome l’I-Ching, se consultato, ha
bisogno di 64 esagrammi, gli stessi vanno quindi raddoppiati, per cui da 36 passano a 72 unità consultabili.
Così, mi accorsi che i numeri aquilani non solo erano utili a definire una dinamica spaziale come quella di Dendera, e non solo erano usati come anatomia umana e “creante”, ma esordivano nella visione del Futuro.
Lo so, forse state pensando che io abbia fatto una partenza troppo lunga, ma vedrete che alle griglie mentali arriveremo.
Andiamo avanti con la storia. Gli anni passavano e la mia ricerca mi portava ad occuparmi
di sempre nuovi personaggi, che sapevo appartenere al mondo iniziatico proprio perché
utilizzavano i “miei” numeri.
Ormai non dubitavo più del fatto che tutto quel mondo,
ovunque fosse rappresentato, utilizzasse immancabilmente quei parametri, da sempre.
Arrivando a scrivere di architettura sacra, nello studio di Vitruvio (altro grande iniziato),
attraverso il suo “De Architectura” ho intuito che i 3 stili principali di cui si occupa
nell’opera – Corinzio, Dorico e Ionico – se suddivisi in parti o in componenti costruttivi, esprimono un ammontare di 216 unità. Non solo: se li si divide, avranno al loro attivo 72
parti (fra colonne, capitelli, fusto, trabeazione, e così via).
E attenzione: per la prima volta ritrovavo quel riferimento come frazione del 216. Quello studio mi consentiva di capire come quegli stessi numeri fossero quindi essenziali, dal tempo delle Ziggurat fino ad arrivare al grattacelo di Renzo Piano a Londra, per ispirare qualsiasi tipo di costruzione civile o religiosa, in tutto il mondo.
Vitruvio poi mi permetteva di fare un ulteriore passo avanti con un brano che vorrei riportare integralmente:
«Del resto anche Pitagora e i suoi seguaci vollero esporre i loro precetti in volume secondo un sistema cubico e costruirono un cubo di 216 versi stabilendo che un trattato non dovesse essere composto da più di tre cubi.
Il cubo è un solido composto da superfici piane uguali e quadrate; quando viene gettato rimane fermo, poggiando su una delle due facce, finché qualcuno non lo sposti, come avviene nel gioco dei dadi quando i
giocatori li gettano sul tavolo. E pare appunto che i pitagorici si siano ispirati a questa
similitudine, perché quel dato numero di versi rimanga impresso e fisso nella memoria,
proprio come il cubo, qualunque sia la mente in cui è riversato.
Anche i comici greci interruppero la lunghezza di un atto inframmezzandovi le parti corali. Quindi, dividendo
l’azione secondo una proporzione cubica, alleggeriscono grazie alle interruzioni la recitazione degli attori».
Già questo fa capire a che livello si trovasse il mondo iniziatico,millenni or sono, per quanto riguarda la modalità con cui questi pensatori supponevano che gli uomini facessero più “salda memoria”. Altro che griglie mentali! Da millenni, nel mio
mondo si pensa che le griglie siano… cubiche.
Tornando a noi, da quel momento – un momento non molto lontano dall’oggi – potei
collegare i numeri aquilani ad una forma geometrica ben precisa (il Cubo) al numero 72, e 3
cubi al 216. E adesso posso fermarmi per riassumere alcuni passaggi e aggiungerne altri, in
modo da avere una visione d’inieme più ampia:
1) Il mondo mesopotamico riassumeva il suo sapere temporale e spaziale con il “3 volte 6” ,
che moltiplicato per se stesso è chiaramente pari al 216.
2) Da ciò si può evincere che il 60 altro non è che un piccolo cubo nell’immensità temporale
descritta.
3) Dunque il Tempo, e quindi lo spazio descritto con questi numeri, è fatto di piccoli cubi (o anni) che si ripetono.
4 ) La Precessione degli Equinozi, a livello numerico, è divisibile da “mesi cubici” pari a 2160 anni.
5) Dendera altro non è che l’espressione spaziale, temporale e materiale proveniente da un evento numerico cubico.
6) Le Anatomie Sottili orientali, come tutte le metodologie curanti, sono sempre impostate su una struttura cubica.
7) La mente, o perlomeno la memoria umana, è cubica.
8) Tutte le strutture architettoniche, almeno quelle costruite secondo i canoni numerici esaminati, hanno una matrice cubica.
9) Il futuro può essere letto seguendo una dinamica cubica.
Così andavo avanti, e sarebbe stato Giordano Bruno a regalarmi una perla di saggezza
attraverso i suoi sigilli, come “Venere o Amore”. Brevemente, “Venere o Amore” si può
definire il sunto geometrico della Legge dell’Ottava: risulta essere figlia di un triplice inizio,
che usa una legge settuplice per approdare in natura con 5 geometrie ben precise, quelle
platoniche.
Per ora vorrei solo che notaste come su quei 7 cerchi campeggino tutta una serie
di triangoli, uniti a originare forme geometriche precisamente determinate. L’Ottavo cerchio
comprenderà il tutto. Ora, solo nel caso di questo simbolo, o sigillo, Bruno aggiungerà che
le lettere che vedete rappresentano le iniziali corrispondenti agli Dei, mentre le linee che
uniscono gli Dei altro non sono che le loro… EMOZIONI!
Adesso però vorrei che osservaste meglio l’immagine, così potrete notare la presenza di 3 rombi
(A:O:N:S-A:O:P:Q-A:S:R:Q).
Fatto ciò, sarà facile evincere un cubo che contiene altri cubi, costituiti da geometrie platoniche a loro volta nascenti da triangoli.
Quindi da questo momento abbiamo il diritto di aggiungere alla lista il punto dieci:
10) Le emozioni sono cubiche…….
Michele Proclamato

Seguiteci anche domani per scoprire l’intero articolo!

Per info. sulle Video lezioni: claudiaproclamato@gmail.com
There are 4 comments
  1. Santina

    BUON GIORNO
    SAREBBE POSSIBILE AVERE INFORMAZIONI SULLE VIDEO LEZIONI?
    GRAZIE IN ANTICIPO.
    SANTINA

  2. Enrico

    Mi spiace ma non capisco. Forse è solo per dislessia. Grazie e scusate

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